LOST TRAIL – An Elegy And A Mirror
(Twice Removed, 2014)
L’ennesima della lunga serie di uscite del progetto Lost Trail che unisce anche dal punto di vista artistico Zachary Corsa e la moglie Denny Wilkerson si arricchisce di un nuovo capitolo, denso di fascino misterioso fin dalla combinazione di titolo e artwork. Pubblicato in edizione limitata tra le ultime uscite programmate prima della chiusura dell’etichetta australiana Twice Removed, “An Elegy And A Mirror” non svela nel corso dei suoi quaranta minuti di durata l’arcano sotteso al binomio del titolo, anzi ne infittisce l’arcano con la sua sequenza di soffi ambientali resi ancor più tenebrosi e spettrali attraverso il consueto impiego di modalità di registrazione analogica in bassa fedeltà.
Ancora una volta, le stesse irregolarità dei loop di nastri e field recordings che si saldano a drone ed effetti chitarristici naturalmente rumorosi creano una materia sonora grezza e magmatica. Alla tremula ipnosi di evanescenti loop dei brani più concisi di “An Elegy And A Mirror” (“Wraiths Along the Fire Roads”, “Strange And Vivid Dreams”) corrisponde un’incandescente materia distorta, che prima irrompe sotto forma di nastri in reverse nel cuore di “Canticle For A Broken Burlington” per poi continuare a ronzare lungo i quasi tredici minuti di “Her Abroad Experience”. Potrebbe essere questa l’interpretazione dell’elegia da parte dei coniugi Corsa o, piuttosto, quella dei riflessi abbaglianti e, appunto, distorti di uno specchio, ovviamente incrinato.
L’enigmatico dubbio permane irrisolto, al termine del viaggio sonoro tra i misteri dell’America rurale e fuori dal tempo nella quale Denny e Zachary conducono le loro sperimentazioni con mezzi, a loro volta, volutamente rudimentali, che contribuiscono in maniera essenziale alla definizione della loro peculiare cifra ambient-drone.