NATHAN MCLAUGHLIN – Nothing To Be Sad About
(Eilean, 2014)
L’approccio alla sperimentazione concreta del newyorkese Nathan McLaughlin è emblematicamente rappresentato dai titoli dei primi due brani di “Nothing To Be Sad About”, “Process” e “Concrete & Marigolds”. Da un lato il lavoro di manipolazione del suono, quale tangibile materia grezza modellata da uno scultore, dall’altro l’impiego di fonti acustiche naturali, talora persino accidentali, nell’occasione “fiorite” come l’ambiente montano e l’inedito contesto gioioso (nel corso del matrimonio del cugino di McLaughlin) nel quale sono state catturate.
Il solo violino di Joe Houpert si aggiunge, in due brani, ai patchwork sonori in presa diretta realizzati dall’artista newyorkese, il lento scorrere dei cui nastri, tra fruscii e increspature irregolari costituisce ulteriore fondamentale elemento espressivo. Altrettanto frastagliato è il percorso dei ventisette minuti del lavoro, idealmente ripartito in tre parti, la prima delle quali, con i suoi granulosi riverberi appare quasi programmatica del metodo applicato alla composizione da McLaughlin. Quella centrale, composta di tre brevi tracce, è percorsa da schegge decostruite e dissonanti, mentre l’ultima ritrova slancio e aperture avvolgenti nell’ipnotico flusso ambientale di “Flow” e nell’avvicinamento a un imprevedibile romanticismo attraverso le modulazioni di violino della conclusiva “Recess”.
Eterogeno nella sua concisione e per certi versi eccentrico per ispirazione ed elementi strutturali, “Nothing To Be Sad About” aggiunge un tassello “concreto” al catalogo dell’etichetta francese Eilean, che prosegue nel suo percorso di scoperta di approcci non convenzionali alla materia ambientale.