TWINCITIES – …Plays The Brown Mountain Lights
(Dauw, 2016)
Dalla celesta del suo debutto (appunto “Variations For The Celesta”, 2014) al violoncello, non muta l’approccio di Fletcher McDermott alla costruzione di paesaggi sonori intorno a matrici acustiche solitarie e austere. Nella metà degli otto brani di “…Plays The Brown Mountain Lights” lo strumento suonato da Aaron Martin funge da protagonista e al tempo stesso da punto di partenza per l’elaborazione analogica di Fletcher McDermott, alla seconda prova sotto l’alias Twincities.
Il lavoro vive su un duplice piano, corrispondente a due aspetti dei paesaggi sonori ai quali il suo stesso titolo rimanda: da un lato l’apertura di luminosi orizzonti armonici, ulteriormente arricchiti dagli impulsi di un basso elettrico in “Mill River Manor” e “Good Black Spring”, dall’altro l’incedere austero di un’ambience spoglia, talora persino grave, percorsa da crepiti ed effetti in bassa fedeltà. I primi sono pennellati da corde pizzicate e sospensioni armoniche (“The Story Of The World Unbinding”), che si fanno via via più prolungate e rarefatte, fino a raggiungere una consistenza ghiacciata nella conclusiva “Great Northen”, anello di congiunzione con le dense saturazioni ambientali di “January 25th” e con gli impulsi anecoici di “Mude”.
Non per questo le composizioni di McDermott risultano meno evocative, anzi la varietà di ambientazioni passate in rassegna nei tre quarti d’ora del lavoro delineano un suggestivo itinerario sonoro, costellato da fragili vibrazioni elettro-acustiche.