KAITLYN AURELIA SMITH – Ears
(Western Vinyl, 2016)
Il naturalismo analogico di Kaitlyn Aurelia Smith si arricchisce, nel suo secondo album ufficiale, di una serie di un ventaglio suggestioni che amplificano i già cosmici orizzonti delle oscillazioni del suo vecchio Buchla.
A differenza dei brevi frammenti del precedente “Euclid”, le otto tracce del nuovo “Ears” presentano strutture incrementali, che su allucinate screziature sintetiche (“First Flight”, “When I Try, I’m Full”) innestano intarsi di un modernariato tropicaleggiante (“Wetlands”, “Stratus”), veicolato da frequenti modulazioni vocali. È quest’ultimo l’elemento di novità caratterizzante “Ears”, sotto forma di schegge armoniche plasmate alla stessa stregua degli impulsi sintetici e come tali funzionali alla creazione di piccoli universi distopici (“Envelop”, “Rare Things Grow”), che nella tremula sinfonia di undici minuti “Existence In The Unfurling” trovano esito prima sognante e poi visionario.
“Ears” appare una rappresentazione credibile dell’arte della Smith, adesso più che in passato capace di palesare un contenuto umano, ma sempre proiettata alla ricerca di frequenze dallo spazio infinito, utilizzando valvole rudimentali.