ANNA TIVEL – Heroes Waking Up
(Fluff And Gravy, 2016)*
Lo spirito discreto ma intenso del songwriting di Anna Tivel si era da ultimo distinto nel ponderoso “Before Machines” (2014), la cui seconda parte, in particolare, ne rivelava radici folk spogliate da un’iniziale enfasi elettrica e del resto connaturate alla sua stessa biografia, che dalle zone montuose dello Stato di Washington l’ha (quasi inevitabilmente) attratta nella “capitale indie-folk” Portland. Se quel lavoro segnava il primo approccio della Tivel con una produzione professionale, seguito al debutto autoprodotto a nome Anna And The Underbelly (“Brimstone Lullaby”, 2013), il nuovo “Heroes Waking Up” rappresenta una sorta di consacrazione di un’identità artistica ormai tanto definita da saper bilanciare la sua intima dimensione creativa con una condivisione realizzativa volta ad ampliarne, senza eccessi, il ventaglio delle soluzioni sonore.
Chitarra acustica e interpretazioni intrise di vellutata malinconia restano comunque i cardini delle undici canzoni di “Heroes Waking Up”, prodotte da Austin Nevins (già all’opera, tra gli altri con Josh Ritter, Anaïs Mitchell e The Mountain Goats) e registrate con il supporto di una piccola band, che le ha rifinite di parti ritmiche sfumate e ulteriori pennellate di banjo e lap steel. Le tentazioni elettriche che popolavano la prima parte del lavoro precedente cedono dunque il passo a una galleria di bozzetti dai colori pastello, ma ben distanti dagli stereotipi folk. Il tocco della Tivel appare infatti del tutto personale nell’approcciare storie di una (stra)ordinaria quotidianità, che dalla sua penna escono trasformate in trame armoniche sinuose, in perfetto equilibrio tra spazio interiore e un’espressione misurata eppure non per questo radicalmente spoglia.
Sono, più che altro, i dettagli a delineare l’iter narrativo di “Heroes Waking Up”, di volta in volta definito, ad esempio, dalla compunta ampiezza armonica di “Look Away”, dalla sottile tensione di “Black Balloon” e di “Two Pencils And A Photograph”, dal folk essenziale di “Rainbows And Ridges” e da quello da camer(ett)a di “Lillian & Martha”. Unica relativa impennata presente negli oltre quaranta minuti del lavoro è quella che giunge verso la fine di “Shadow Of A Son”, residuo di un retaggio country decisamente più presente nell’album precedente e ancora affiorante anche nella polverosa ballata “Dial Tone”.
Elemento saliente in “Heroes Waking Up” restano tuttavia i toni di tutte le canzoni di Anna Tivel, la sua attitudine discreta, la misura negli arrangiamenti e la scorrevole spontaneità delle melodie originate dalla sua scrittura cantautorale in punta di dita, dotata di una forza gentile in grado di incantare, con semplicità.
*disco della settimana dal 16 al 22 maggio 2016
Un commento Aggiungi il tuo