SONTAG SHOGUN – 2015, NYC
(Self Released, 2016)
Per un terzetto dislocato in parti diverse del globo, non è dato banale quello di ritrovarsi in presenza per sviluppare il proprio dialogo artistico in precedenza condotto a distanza.
Sarà per questo che Ian Temple, Jesse Perlstein e Jeremy Young hanno identificato semplicemente con luogo e data i frutti di una session di improvvisazione tenuta a New York lo scorso anno, adesso presentata in formato digitale e in una limitata edizione su cassetta. “2015, NYC” consta di sei pièce nelle quali le sensibilità dei tre musicisti si combinano variamente e in maniera estemporanea, lasciando affiorare ora il lato più ambientale del progetto Sontag Shogun (nelle dilatazioni dell’iniziale “Improvisation”) ora quello più visionario e spettrale (nei vocalizzi scarnificati di “Lament”).
Carattere prevalente resta tuttavia quello, connaturato al progetto, di una destrutturazione di tempi e armonie che nell’occasione assume significati ancora più “free”, prima sotto forma di segmentate pulsazioni elettroniche e infine, nella conclusiva “Staircases To Madagascar” degli accenti notturni di visionaria post-modernità dub.