joe-sampson_chansons_de_paradeJOE SAMPSON – Chansons de Parade
(Hidden Shoal, 2016)

Dai dodici minuti dell’Ep di debutto “Songs Of Delay” ai poco più di venti, per ben nove brani, di “Chansons de Parade” la concisione rientra senz’altro tra le doti di Joe Sampson, cantautore di Denver che dopo riconoscimenti e collaborazioni pare aver finalmente trovato la propria via alla scrittura e alla produzione musicale ufficiale.

La concisione non esaurisce comunque, ovviamente, la fisionomia artistica di Sampson, che nella nuova raccolta amplifica il respiro espressivo già evidenziato nel precedente Ep e consistente in una scrittura piana, in un morbido timbro baritonale e in un modo di suonare la chitarra che a un picking gentile associa accordi più decisi e armonizzazioni estremamente scorrevoli.
Trattandosi di un novero di canzoni più ampio, le nove “Chansons de Parade” amplificano tali caratteri in ballate di umbratile intimismo che rimandano al primo Iron & Wine (“Wasn’t Wasn’t”) spaziando da ambientazioni ovattate, dal raffinato gusto sixties (“Wealth”) a un lirismo country-folk comunque sempre ammantato di un lieve alone introspettivo (“Come What May”).

Nella sequenza di canzoni che si succedono in agile parata non ne mancano alcune dalle strutture armoniche più vivaci, accompagnate da dinamiche più definite (“Gown” e soprattutto la “Otherwise The Pull” prima manifestazione di una “full band”), ma tutte comunque connotate da una straordinaria naturalezza di scrittura e interpretazione, quella di un artigiano delle canzoni capace di creare piccole meraviglie che, pur essendo costituite da quegli stessi elementi travalicano di slancio ogni cliché del cantautore chitarra e voce.

http://www.hiddenshoal.com/project/joe-sampson/

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.