SECOYA – The World Is Yours
(Fluttery, 2016)
Oltre il diafano diaframma del debutto di George Robinson sotto l’alias Secoya (“Ghosts”, 2015) si intravedeva già il retaggio classico dei suoi sonnolenti scorci ambientali. Quei caratteri di fondo della propria formazione musicale l’artista inglese porta in superficie nella sua opera seconda “The World Is Yours”, nel corso dei quali, senza abbandonare la dimensione immersiva e ipnotica delle proprie composizioni, le ammanta in maniera evidente di elementi acustici.
La sostanziale inversione di piani creativi si traduce nei nove brani del nuovo lavoro in una sorta di dialogo tra le rarefazioni di avvolgente purezza ambientale che, dominano ad esempio la title track d’apertura e “Ever”, ed essenziali armonie acustiche non soltanto declinate nel senso del minimalismo pianistico o dell’intreccio con gli archi (“Towers”, “Paris”), ma anche strutturate in stille di desolazione bucolica che rimandano alle romantiche contemplazioni della countryside britannica (“Ruins”, “November Dusk”).
Il finale cameristico “An Exercise In Frustration” svela poi in maniera limpidissima la rinnovata propensione compositiva di Robinson, artista che in due soli album nel volgere di poco più di un anno ha già dimostrato la ricchezza del proprio orizzonte creativo, popolato da dilatazioni impalpabili e da carezzevoli armonie acustiche, dall’ampio spettro emozionale.