OLAN MILL – Orient
(Dauw, 2017)
Dall’ambiente naturale a un’elevazione di frequenze condensate secondo una pratica e un formato completamente analogici: è il percorso seguito negli ultimi anni da Alex Smalley, che trova manifestazione nelle nove tracce impresse sul nastro magnetico della cassetta a tiratura limitata “Orient”.
Nulla di particolarmente esotico ne connota i brani, se non un’idea circolare di viaggio, che muove dalle riflessive frequenze dell’iniziale “Pladin”, attraversa le melodie granulose di colonne sonore seppiate (“Arpon”) e vari livelli di saturazione più o meno statica (“Birove”, “Lieal-Aest”), prima di ricongiungersi a un estatico finale inondato di luminose risonanze ambientali (“Anthoe”).
Nei quaranta minuti della cassetta, l’artista inglese offre un nuovo spaccato della sua ricerca sul suono, che punta come non mai a rivelarne l’essenza più autentica, applicando a tutto tondo un naturalismo ambient-drone che si manifesta anche nel formato e nelle tecniche di registrazione.