TAYLOR DEUPREE & MARCUS FISCHER – Lowlands
(IIKKI, 2017)
Già con il suo recente “Somi“, Taylor Deupree aveva elevato a concept realizzativo l’allegazione delle sue miniature elettro-acustiche a una proposta editoriale incentrata con pari dignità sull’elemento visuale. Si tratta della stessa idea sottesa alle pubblicazioni foto-audio di recente intrapresa dall’etichetta IIKKI, sulla quale trova adeguata collocazione il frutto della più recente collaborazione dell’artista newyorkese, che non solo replica quella di due anni fa con Marcus Fischer (“Twine”) ma soprattutto segue l’iter narrativo realizzato dalla fotografa svizzera Ester Vonplon a partire da una sua navigazione nel Mar Glaciale Artico.
Le otto composizioni di “Lowlands” nascono dunque sulla scia dell’ispirazione dalle istantanee che hanno immortalato gli spazi sconfinati e il chiarore ghiacciato dei luoghi attraversati dalla Vonplon, anzi ne costituiscono l’idea corrispettivo sonoro, tutto incentrato su miniature acustiche e risonanze, in maniera non dissimile dalla traslitterazione acustica del glitch compiuta appunto da Deupree in “Somi”. In “Lowlands” vi è tuttavia in più la ricerca di un approccio paesaggistico e spaziale, che muove dalle estatiche contemplazioni di abbaglianti coltri ghiacciate della title track d’apertura, arrivando tuttavia ad assorbirne i caratteri più maestosi (“Rides”, “Snow Slowed”), nonché la dimensione di crepitante fisicità (“On Branches”).
Quali che siano le immagini e le sensazioni di riferimento, Deupree e Fischer sviluppano la parte auditiva del lavoro secondo una straordinaria sensibilità armonica, distillata in minuti segnali acustici, loop e frequenze ecoiche, non meramente descrittive ma pienamente integrate con una proposta artistica nella quale suono e immagini concorrono con piena dignità a formare un sorprendente itinerario sensoriale.
music won't save you 