MONOLOGUE – Spazio
(Hylé Tapes, 2017)
L’approccio istintivo e personale di Rosa Maria Sarri al soundscaping ambientale trova in “Spazio” una prospettiva diversa rispetto a quella esplorata nella sua recente collaborazione con Philippe Lamy (“Blue Deux“, 2016) e soprattutto nel suo precedente lavoro solista a nome Monologue (“The Sea From The Trees“, 2014). In maniera sostanzialmente speculare rispetto a quest’ultimo, in “Spazio” l’artista toscana esplora l’elemento complementare al suono, ovvero la sua dimensione fisica, intesa non nel senso di una sua mera descrizione, bensì come componente essenziale della percezione auditiva che se ne ricava.
Attraverso tale canovaccio concettuale si dispiegano le cinque tracce che formano il lavoro, generate da una strumentazione reale accuratamente selezionata e costituita da una serie di vecchie tastiere, i cui impulsi sono stati catturati su nastri da microfoni imperfetti, in modo da mantenerne l’immediatezza priva di filtri.
Prendendo in considerazioni gradazioni del suono che si estendono fino al silenzio, in “Spazio” Rosa Maria Sarri ne fornisce una rappresentazione relazionale, scolpita dalle tastiere, attraverso fruscii, iterazioni e progressioni, in un itinerario d’ascolto immaginifico e straniante.