STEVE PACHECO – The 4th
(Whitelabrecs, 2017)
Benché segua di qualche mese la sua prima pubblicazione ufficiale “Constellate”, “The 4th” è a tutti gli effetti il primo lavoro organico dell’artista californiano Steve Pacheco. La composizione delle sue quattro tracce risale infatti a un lungo periodo precedente, nel corso del quale Pacheco ha vissuto nel New Mexico prima di tornare nella sua Los Angeles e addirittura la quarta, “Completion”, nasce da un’idea creativa dapprima manifestatasi ben sette anni fa.
Ai lunghi tempi di realizzazione corrisponde un approccio estremamente meditato a un’ambience dai contorni onirici, modulata a partire da loop armonici di chitarra, pianoforte, kalimba e xilofono, espansi fino a diluirne le timbriche in una materia sonora impalpabile, persino aritmica, che negli abbracci riverberati di “The Last Time We Met” e nel puro flusso amniotico di “A Glimpse Of The Infinite” lambiscono le visioni rispettivamente più malinconiche ed eteree di Celer.
Delicate vibrazioni acustiche permangono invece percepibili lungo i quasi undici minuti di “Aspen Grove”, che al pari del brano conclusivo deviano invece verso un candore elettro-acustico giocoso che sembra condensare gli incontri tra Federico Durand e Tomoyoshi Date. Al di là delle possibili affinità, in “The 4th” Pacheco si dimostra comunque compositore estremamente sensibile nel pennellare affreschi di incantata decompressione ambientale.