BEN RATH – Black Heart Music
(Eilean, 2017)
Quasi in parallelo con la prima pubblicazione del suo progetto acustico Slow Heart Music, Ben Rath prosegue il proprio personale itinerario attraverso un’ambience chitarristica dagli spiccati contenuti istintivi. Fin dal titolo, “Black Heart Music” definisce il contenuto dell’ora di flusso sonoro in esso raccolta, palesando l’antitesi tanto con la collaterale dimensione acustica di Rath quanto con le sensazioni ovattate di gran parte della sua produzione precedente.
Pur non mancando alcuni episodi nei quali tornano a comparire morbidi riverberi e prolungate modulazioni chitarristiche, la parte di gran lunga preponderante di “Black Heart Music” è dominata da un inquieto senso di trascendenza, definito da field recordings e spettrali note pianistiche, oltre che da frequenze elettriche orientate a una tensione dronica a tratti anche distorta piuttosto che all’abituale compassato calore.
Ne risultano iterazioni corrispondenti a una tensione mai così esplicita ed elevazioni impetuose, temperate soltanto da intermezzi più placidi e dalla maestria di Rath nell’incanalarle via via in una catarsi ambientale proiettata verso una misteriosa dimensione percettiva.