SLOW MEADOW – Costero
(Hammock Music, 2017)
Già il primo album omonimo del suo nuovo progetto Slow Meadow, due anni fa, aveva segnato la transizione di Matthew Kidd dalle evanescenze ambientali di Aural Method a un più composito paradigma cameristico-ambientale. Curiosamente, si tratta di una transizione che l’artista texano ha attraversato in parallelo agli Hammock, che lo hanno di fatto accolto sotto la propria ala protettiva, collaborando a parte delle sue creazione e veicolandole attraverso la propria etichetta discografica.
Per quanto innegabile, non si tratta di un legame riduttivo per l’arte di Kidd, che nel nuovo “Costero” presenta una sorta di sospesa sinfonia per archi e pianoforte, che non smentisce la sua avvolgente impostazione ambientale, rideclinandola in prolungate vibrazioni e preziose filigrane armoniche. In questo modo il lavoro coniuga in maniera equilibrata la fragile emozionalità del minimalismo neoclassico e il rigore intellettuale dei pionieristici filtraggi di archi degli Stars Of The Lid.
Su tali due cardini ideali ruota dunque integralmente il flusso sonoro al tempo stesso riflessivo e palpitante di “Costero”, che consacra le doti compositive di Matt Kidd in una cinematica sinfonia neoclassico-ambientale.