MASAYA KATO – Contact
(Whitelabrecs, 2018)
Ancora alla ricerca della “voce” del suo pianoforte elettrico e di quella primigenia di una frequenza cosmica immanente, Masaya Kato torna a presentare in “Contact” un fragile microcosmo di stille armoniche e frammenti concreti. Sviluppando in maniera estremamente organica quanto già palesato nel precedente “Trace Of Voices” (2015), l’artista giapponese pone entrambi gli elementi della sua arte sonora sul comune piano dell’istintiva immediatezza espressiva.
Come le risonanze delle note pianistiche si espandono in prolungate persistenze cromatiche, così le irregolarità analogiche dell’ambiente di registrazione vi forniscono l’ordito sul quale le filigrane armoniche di Kato assumono la forma di delicati bozzetti, dai contorni pienamente compiuti, nonostante i numerosi spazi lasciati vuoti al loro interno. Dal lavoro per sottrazione di Masaya Kato, risulta un fragile ecosistema sonoro, sospeso come pulviscolo in una stanza attraversata da un raggio di luce, a sua volta tale da trascendere linguaggi artistici e definizioni, rivolgendosi soltanto a una dimensione di pura percezione atmosferica.