GIULIO ALDINUCCI – Disappearing In A Mirror
(Karlrecords, 2018)
Come la sottile patina che separa l’immagine del sé riflessa nello specchio dalla sua consistenza reale, così labile e affidata alla percezione è la declinazione sonora condensata da Giulio Aldinucci in “Disappearing In A Mirror”, quinto album del sound artist toscano, che segue di un anno esatto “Borders And Ruins“.
Oscillando tra copiose collaborazioni (ultima quella con Ian Hawgood in “Consequence Shadows“) e lavori solitari, nella stessa misura in cui spazia tra soundscaping e opere di manipolazione sonora più prettamente ambientale, Aldinucci offre in “Disappearing In A Mirror” un composito spaccato di una ricerca al tempo stesso concettuale e percettiva, veicolata da una costante transizione di drone e modulazioni, ora rarefatte ora giustapposte in vortici ascensionali dagli imponenti tratti suggestivi.
I sette brani dei quali si compone il lavoro rispecchiano l’incerta definizione identitaria suggerita dal titolo, proponendo scorci di coralità ambientale, in prevalenza tremula e riflessiva, ma capace di inarcarsi in costruzioni di maestosa o spettrale densità. Ne risulta una galleria sonora in costante trasformazione, che bilancia loop armonici e stratificate saturazioni droniche in un’ambience che attraverso il suono reca immaginifica testimonianza di una disorientate contemporaneità.