D. ROTHON – Nightscapes
(Clay Pipe Music, 2018)*
È, opportunamente, il periodo dell’anno nel quale le tenebre occupano la maggior parte del ciclo del giorno a fare sfondo ai paesaggi notturni di David Rothon. Tra le loro atmosfere statiche e i contorni sfocati si scorge una sequenza di simboli e figure appena accennate, che ridefiniscono l’idea di una composizione moderna, saldamente radicata nel passato.
Non un’orchestra, non spunti cameristici connotano la tavolozza dell’artista londinese, che invece ha impiegato una varietà di organi, timbriche ed effetti chitarristici per confezionare dieci brani di surreale, allucinata bellezza. I suoi “Nightscapes” svolgono infatti una galleria di istantanee sonore accuratamente modellate, che spaziano dalla quiete alla sottile tensione suscitata dalle ombre notturne, delle quali catturano al tempo stesso l’ovattato torpore e il fascino decadente. Il gusto vittoriano degli arrangiamenti d’archi e corno inglese amplifica le sensazioni oblique e atemporali che incorniciano il lavoro, i cui strumentali lambiscono inizialmente cadenze jazzy, ben presto diluite in un’ambience vellutata, da colonna sonora di un film francese degli anni Sessanta.
La placida nostalgia che promana da quasi tutti i brani, pur talora svaporata in iterazioni atmosferiche, segue tuttavia in prevalenza sequenze di una polifonia armonica semi-improvvisata, costellata da field recordings e frequenze accidentali, che alimentano l’immediatezza di un itinerario sonoro sospeso tra modernariato acustico e analogico, come tra sogno e realtà.
*disco della settimana dal 17 al 23 dicembre 2018