VV.AA. – The Watchers
(A Year In The Country, 2019)
Dopo aver esplorato di recente un immaginario visionario, seppur sempre radicato nei luoghi e nelle storie delle zone rurali britanniche, il collettivo di artisti gravitante intorno a A Year In The Country ritorna a un itinerario concettuale più classicamente bucolico. Il titolo della nuova raccolta “The Watchers” si riferisce infatti ai testimoni silenti delle vicende umane e di quelle dell’ecosistema naturale al quale appartengono alberi centenari che hanno idealmente “osservato” le trasformazioni dei luoghi intorno a loro e i mutevoli flussi dell’umanità che li circonda.
La differenza tra i tempi biologici umani e naturali è la vera protagonista degli undici brani compresi in “The Watchers”, realizzati da artisti sotterranei non nuovi alla partecipazione alle uscite dell’etichetta inglese, ma mai come stavolta variegati per ambientazioni e contenuti. Simbolicamente trasversale è infatti la linea che unisce l’ambience incantata di Field Lines Cartographer e Vic Mars alle declamazioni druidiche di Widow’s Weeds ft Kitchen Cynics e Sproatly Smith, le frequenze tenebrose di Depattering e The Heartwood Institute alle pulsazioni di Pulselovers.
Ai dilatati tempi della natura si contrappongono di tutta evidenza quelli frenetici delle vicende umane, che anche nella stasi invernale evocata nel brano conclusivo di Howlround la natura, imperturbabile, osserva.
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