CAUGHT IN THE WAKE FOREVER – Waypoints
(Archives, 2019)
Per un artista abituato a incanalare la sua sensibilità in uscite discografiche frequenti, la pubblicazione negli ultimi quattro anni di appena un album solista (“Under Blankets“, 2017), oltre che della collaborazione con Euan McMeeken (“Version & Delineation“, 2018) rappresenta senz’altro un parziale rallentamento produttivo, al quale non è tuttavia corrisposto un momento di diminuito fervore creativo. Tra dedizione alla vita privata e riconsiderazione del suo profilo espressivo, dal punto di vista sia della strumentazione che delle modalità di composizione, Fraser McGowan non ha mai smesso di sperimentare tecniche di produzione sonora, elaborando bozzetti sonori estemporanei, di varia forma e natura.
I sette brani raccolti in “Waypoints” derivano appunto da alcuni dei bozzetti creati da McGowan negli ultimi quattro anni, a partire da improvvisazioni successivamente plasmate elettronicamente per amplificarne i contenuti armonici ed emotivi. Nonostante la varietà delle fonti sonore impiegate e la dilatazione temporale nella loro elaborazione, le tracce di “Waypoints” disegnano una galleria estremamente coerente con l’abituale profilo espressivo dell’artista scozzese, costellato da un minuto pulviscolo atmosferico, che infonde sensazioni di calore domestico di volta in volta a ipnotici loop sintetici, compassate pulsazioni e risuonanti note pianistiche.
L’intersezione tra tali principali elementi e la granulosa tela sulla quale sono giustapposti riproduce quelle sensazioni di placida, agrodolce malinconia che fungono da vero e proprio comune denominatore dei lavori di McGowan, le cui notturne trame ambientali inducono ancora una volta alla riflessione, riscaldando cuori sensibili.