REBECCA FOON – Waxing Moon
(Constellation, 2020)*

La terra non è un semplice frammento di storia morta,s trato su strato simile ai fogli di un libro,
ma poesia vivente come le foglie di un albero, che precedono fiori e frutti,
non una terra fossile ma una terra vivente
(Henry David Thoreau – “Walden, Vita nel bosco”)

Allo straordinario fermento creativo che, a cavallo della transizione al terzo millennio, ha avuto quali protagonisti numerosi musicisti raccolti nei collettivi canadesi gravitanti intorno all’etichetta Constellation, sono spesso corrisposte visioni (e sonorità) dal ricorrente tenore apocalittico.

Mentre, vent’anni più tardi, molte delle spore gettate da quel movimento, spesso trasformate nei propri caratteri, sono ancora pienamente attive, è mutato in maniera significativa l’orizzonte tematico – e, in qualche misura, “politico” – sotteso al messaggio da loro veicolato, attraverso testi, artwork o anche semplicemente contenuti musicali. Allora le paure tangibili erano quelle della guerra e delle disugualianze sociali, alle quali oggi si aggiungono in maniera prorompente le ansie legate alla conservazione del pianeta nei confronti dei cambiamenti climatici.

A tale itinerario tematico corrisponde, idealmente, la parabola artistica di Rebecca Foon, già violoncellista di A Silver Mt. Zion e Set Fire To Flames, nonché animatrice dell’ensemble Esmerine insieme a Bruce Cawdron e, più di recente, protagonista del progetto personale Saltland. Proprio dai due album di quest’ultimo (“I Thought It Was Us But It Was All Of Us” nel 2013 e “A Common Truth” nel 2017), nei quali Rebecca ha cominciato a cimentarsi con parti cantate, trae le mosse il primo lavoro emblematicamente pubblicato a suo nome. La “luna crescente” alla quale è intitolato è solo il primo dei riferimenti naturalistici che si ritrovano tra i suoi testi e nei paesaggi sonori – austeri, riflessivi e a loro modo pur sempre carichi di tensione – delineati da oblique orchestrazioni di violoncello e, per la prima volta e in maniera preponderante, anche dal pianoforte.

La fragilità dell’ecosistema oceanico, l’incedere grave delle precipitazioni, la constatazione di un reale ineluttabile e sogni di un “nuovo mondo” riempiono di sé le dieci intensissime tracce di “Waxing Moon”, che elevano la combinazione tra romanticismo e inquietudine, da sempre propria della scena musicale d’estrazione di Rebecca Foon, a un nuovo livello di espressività e consapevolezza. La sua maturità di donna e musicista trova infatti coerente corrispettivo nella sua veste di cofondatrice di Pathways To Paris, un’organizzazione che unisce artisti, attivisti, accademici e innovatori dei campi più vari, impegnati nella sensibilizzazione circa l’urgenza di una “azione climatica”, che offra soluzioni tangibili per assicurare l’attuazione dell’Accordo sul clima, sottoscritto a Parigi a esito della recente COP25 (dicembre 2019).

Vent’anni più tardi, le astratte idee rivoluzionarie che animavano alcuni visionari musicisti canadesi hanno trovato missioni concrete per le quali lottare. E anche un disco come “Waxing Moon” può aiutare a veicolarne il messaggio, suscitando attraverso temi ed atmosfere riflessioni lucidamente toccanti.

*disco della settimana dal 17 al 23 febbraio 2020

(pubblicato su Rockerilla n. 474, febbraio 2020)

http://www.saltland.ca/

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