JON BROOKS – How To Get To Spring
(Clay Pipe Music, 2020)
Nelle proprie opere, Jon Brooks continua puntualmente a introiettare elementi naturalistici: questa volta non si tratta tuttavia di paesaggi riconducibili a luoghi più o meno definiti, bensì di sensazioni più astratte (ma anche più universali) legate un particolare passaggio temporale.
Come da titolo, “How To Get To Spring” intende rappresentare appunto il periodo di transizione stagionale tra inverno e primavera, pullulante di fermenti atmosferici, incantevole ma al tempo stesso incostante. Parimenti ricco di mutevoli spunti sonori è il contenuto degli otto brani che formano il lavoro, che incanalano il romanticismo bucolico di fondo dell’artista inglese in una sequenza di bozzetti strumentali, brulicanti di delicatezze acustiche ma anche come non mai scanditi da fremiti ritmici.
Dall’ambience sospesa dell’iniziale “Fonn” alle rilassate note pianistiche di “Dreaming And Further Still”, dagli arpeggi acustici che scolorano in pulsazioni elettroniche di “Dandelion Clock” alle progressive rarefazioni di “Neist Point”, infine culminanti nella title track di chiusura, Brooks delinea con lieve sensibilità una incantevole corrispondenza tra paesaggi interiori e contesti atmosferici.