MACIE STEWART
Mouth Full Of Glass
(Orindal, 2021)*
Sarebbe decisamente riduttivo etichettare il debutto solista di Macie Stewart come l’affacciarsi sulle scene di una nuova cantautrice folk. Nonostante una scrittura sensibile e una ricorrente base acustica caratterizzino tutte le otto agili canzoni raccolte in “Mouth Full Of Glass”, ben più articolata si dimostra la tavolozza dell’artista di Chicago, la cui propensione verso ariosi arrangiamenti cameristici discende da una formazione musicale precoce, a base di jazz, musica classica e folk irlandese, che si era manifestata già in numerose collaborazioni (Whitney, V.V. Lightbody e altri).
Nella sua concisione (meno di mezz’ora di durata complessiva), “Mouth Full Of Glass” si dimostra da subito un lavoro composito, dai tratti mutevoli: su testi di placida introspezione, scanditi da delicati arpeggi o note di piano, si innesta infatti una ricercata varietà di arrangiamenti di archi, fiati e synth, che ne esaltano i contenuti emotivi, creando al contempo una cornice di raffinata magia.
Così, i brani di “Mouth Full Of Glass” fioriscono con delicatezza, dischiudendosi gradualmente a una creativa formula chamber-folk, non priva di affinità con le inclinazioni orchestrali di Sufjan Stevens o della prima My Brightest Diamond, ma dotata di una propria spiccata personalità, espressa tanto nei testi quanto nella sensibilità nella definizione di soluzioni armoniche di pregevole fattura.
*disco della settimana dal 20 al 26 settembre 2021