FRANCIS GRI
Argine
(KrysaliSound, 2022)
È un lento ma costante divenire il percorso artistico che ha portato Francis Gri ad attestarsi, con le produzioni proprie e quelle della sua etichetta KrysaliSound, tra le figure più sensibili (e dunque meno scontate) degli sconfinati orizzonti della musica latamente definita “ambientale”. Ogni suo nuovo lavoro, al frequente mutare di alias e denominazioni, costituisce la tappa del suo avvicinamento a una forma espressiva sempre più pura e delicata, che ad autoreferenziali concettualismi predilige il placido fluire di suoni ed emozioni.
È così anche per le nove tracce di “Argine”, che formano appunto un esile crinale tra sensazioni in apparenza confliggenti e suoni tra loro complementari, che le rappresentano con plastica fedeltà: espansi loop, arpeggi acustici, increspature sintetiche e stille armoniche sospese definiscono la progressiva trasformazione sottesa ad ogni brano e allo stesso processo creativo di Gri. Una tiepida ambience avvolge l’intero lavoro, lasciando emergere di volta in volta soffici riverberi e meditative note pianistiche, appena interpolati da crepitanti frammenti analogici, che ne rendono i contorni ancor più vivi e tangibili.
Il violoncello di Piergiorgio Storti (Belaqua Shua) su “Basement Of Memory” e il vellutato finale “Domani” dischiudono poi sinuosi orizzonti cinematici alla pratica elettro-acustica di Gri, certosina e sempre attenta alle vibrazioni più minute dell’animo, che mai come in “Argine” sarebbe limitante ridurre al mero lessico ambientale.