ORCAS How To Color A Thousand Mistakes (Morr Music, 2024)

Si sono ritrovati Rafael Anton Irisarri e Benoît Pioulard, rispolverando dopo esattamente un decennio, la sigla Orcas, dapprima progetto collaborativo come tanti altri ma ben presto divenuto una ben più organica esperienza nella quale convogliare la comune propensione per evanescenze atmosferiche e riverberi chitarristici, che nella scrittura introspettiva di Pioulard hanno trovato ideale complemento di nostalgica introspezione.

Come se il tempo non fosse passato, “How To Color A Thousand Mistakes” riparte esattamente dove si era fermato “Yearling” (2014): canzoni sempre più compiute, plasmate da una vera e propria band, che accanto ai due artefici principali di Orcas vede nuovamente Martyn Heyne degli Efterklang e parti ritmiche nelle quali si avvicendano Dahm Majuri Cipolla dei Mono, Andrew Tasselmyer e Simon Scott, quest’ultimo quasi a chiudere un ideale cerchio con lo shoegaze dei tempi che furono, i cui echi tornano ad affacciarsi, sotto forma di rilucenti rilanci armonici, in particolare in “Wrong Way to Fall”, traccia che apre il lavoro dopo una breve intro.

Sarebbe tuttavia superficiale ridurre “How To Color A Thousand Mistakes” alla stregua di un esercizio di stile animato da una passione condivisa per la combinazione di chitarre effettate e melodie sognanti, poiché in effetti il lavoro prende ben presto strade parzialmente diverse, dapprima all’insegna di una più esplicita impronta elettrica (“Riptide”), poi nella direzione di un pop trasognato e “adulto”, che si riveste ora di soffici linee sintetiche (“Next Life”, “Fare”) ora di chitarre liquide e a tratti persino scampanellanti (“Swells”).

Non mancano poi anche un paio di passaggi più riflessivi (“Heaven’s Despite”, “Bruise”), facilmente riconducibili all’indole introspettiva di Pioulard ma nell’occasione incorniciata da un cullante tappeto di chitarre e tastiere, mentre il finale (“Umbra”) torna a svaporare verso ambientazioni atmosferiche, quasi a rimarcare da un lato le origini creative dei due musicisti e, dall’altro, la loro sostanziale affinità con quanto realizzato nell’intermittente percorso di Orcas, niente affatto riducibile a una mera divagazione in chiave shoegaze.

https://www.irisarri.org/ http://pioulard.com/

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