orcas_yearlingORCAS – Yearling
(Morr, 2014)

Se la prima collaborazione tra Thomas Meluch (Benoît Pioulard) e Rafael Anton Irisarri poteva apparire il frutto estemporaneo improvvisato dell’incontro di due artisti che avevano deciso di coniugare le rispettive sperimentazioni nel campo del cantautorato folk-tronico e dell’elettro-acustica ambientale, la stessa pubblicazione di “Yearling” rappresenta già un significativo indice di continuità del progetto Orcas.

Come se ciò non fosse sufficiente a rivelare l’organicità dei nuovi brani realizzati dal duo del Pacific North West, la loro elaborazione nel corso di un comune soggiorno berlinese ha funto da presupposto a un lavoro sviluppato passo passo a partire da bozzetti di canzoni scritti da Meluch e in seguito ampliati dalle texture di Irisarri, che adesso possono far leva su una vera e propria band, grazie all’ulteriore collaborazione al lavoro di Martyn Heyne degli Efterklang (chitarra e pianoforte) e di Michael Lerner dei Telekinesis alle percussioni.

Gli otto brani di “Yearling” risultano così affare ben più articolato e coeso dell’omonimo debutto di Orcas, tanto sotto il profilo dello spettro sonoro quanto dal punto di vista di una compiutezza melodica che non si limita ad esprimersi in una serie di vocalizzi o poco più, ma adesso include strutture di canzoni propriamente dette.
Eppure, la sognante fragilità di riverberi e modulazioni dell’iniziale “Petrichor” (immagine evocativa e calzante fin dal titolo, riferito al profumo di pioggia sulla terra asciutta) potrebbe lasciar preludere a un album che mantiene intatte le spiccate componenti ambientali, del resto congeniali a entrambi i suoi artefici principali. Invece, le evanescenze chitarristiche di “Infinite Stillness” confezionano una sequenza di luminose aperture e rilanci avvolgenti che traduce plasticamente l’amore di Rafael Anton Irisarri per gli Slowdive (peraltro desumibile anche da alcuni suoi lavori a nome The Sight Below), e la successiva “Half Light” innalza languori melodici densi di malinconia che svaporano gradualmente verso un lieve soffio ipnotico.

Ce ne sarebbe già abbastanza per riassumere in tre soli brani ambient, shoegaze, dream-pop e indie-tronica, ma tutta la restante parte di “Yearling” si snoda senza cali di tensione, anzi lasciando sempre piacevolmente in bilico la barra di navigazione di Meluch e Irisarri, che amplificano ulteriormente il loro spettro sonoro, giustapponendo pulsazioni notturne e armonie visionarie in “Selah”, sublimando stille di rugiada melodica in “Capillaries” e abbandonandosi a un pop dai contorni piacevolmente indefiniti in “An Absolute”.

Come erano fioriti all’inizio, così i petali del composito bocciolo di Orcas tornano a chiudersi nella parte finale del disco, prima con l’intersezione di sciabordii ritmici e visionarie declamazioni vocali di “Filament” e infine con i quasi nove minuti della conclusiva “Tell”, densa elegia ambientale che completa un percorso di soffice incorporeità, guidato da Meluch e Irisarri attraverso una tavolozza espressiva ricca e ispirata, che travalica, manipola e riassembla senza sosta linguaggi sonori, facendo di “Yearling” un lavoro di respiro amplissimo e coinvolgente.

http://irisarri.org/
http://pioulard.com/

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