EFTERKLANG – Piramida
(4AD, 2012)
La natura di collettivo aperto degli Efterklang non è da sola sufficiente a descriverne l’incessante trasformismo che oggi li pone di fronte a un nuovo giro di boa della loro carriera. Dall’elettronica di stampo nordico del debutto “Tripper” (2004) alla variopinta coralità di “Parades” (2007), fino all’autodefinito “orchestrated experimental pop” di “Magic Chairs” (2010), a ogni album la band danese ha significativamente sviluppato la propria forma espressiva.
“Piramida” (nessun riferimento esotico, bensì il nome di un insediamento minerario abbandonato nelle isole Svalbard) non fa eccezione a tale tendenza, smussando recenti sovrabbondanze alla ricerca di una sintesi degli elementi impiegati in passato.
Pur mantenendo grande attenzione sulle parti vocali e un gusto orchestrale particolarmente evidente negli arrangiamenti di fiati, le dieci tracce del disco risultano infatti spogliate dalla grandiosità da kolossal degli ultimi due album.
In sua vece, anche grazie al contributo di Nils Frahm, torna a farsi più sensibile il ruolo di un’elettronica spesso impiegata in funzione di base sintetica avvolgente ma che talora si ripresenta sotto forma di minute segmentazioni ritmiche.
La loro apparente freddezza rivela tuttavia ben presto un’apprezzabile ripresa in chiave melodica, che fa di “Piramida” un’equilibrata miscela di post-moderno pop orchestrale, al tempo stesso obliquo e arioso.
(pubblicato su Rockerilla n. 386, ottobre 2012)
http://efterklang.net/
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