DARREN HARPER – Movements For An Absent Mind
(Soft Recordings, 2014)
Il ventaglio sperimentale di Darren Harper, visto di recente all’opera con meditazioni ambient-drone legate a temi naturalistici (“Passages For The Listless And Tired”) e improvvisazioni per chitarra elettrica (“Rising Sea”) si espande in “Movements For An Absent Mind” verso orizzonti ambiziosi, sia sotto il profilo concettuale che sotto quello realizzativo. Dal primo punto di vista, l’artista originario del Colorado affronta un tema classico quale l’esile confine tra sonno e coscienza, mentre dal secondo si cimenta con l’espanso formato di una vera e propria sinfonia articolata in tre lunghi movimenti.
In poco meno di un’ora, Harper rappresenta gli stati di un torpore subliminale, avviluppato dagli stadi profondi del sonno, ovvero scosso da esili fremiti di lucidità. La prima condizione è quella maggiormente sviluppata, con i ventisette minuti del primo movimento “Nowhere, Asleep” a costituire da sè soli un’autonoma sinfonia, contrassegnata dalla sequenza di aurorali filtraggi di archi in crescendo, speculare alla latenza subconscia di un altrove assopito. Il secondo movimento “Gradient Shift” è quello più sorprendentemente romantico, con gli archi lasciati quasi del tutto disadorni a incorniciare palpitazioni emozionali sotto il livello della coscienza, mentre solo nel terzo “By Way Of Water” torna a manifestarsi in maniera decisa la tavolozza di Harper, costituita da echi percussivi e saturazioni che lambiscono un’altra soglia, qualle del rumore sintetico.
È dunque soprattutto nelle prime due parti della sinfonia che Harper un profilo finora rimasto recessivo nelle sue opere, dimostrando di essere a tutti gli effetti anche un compositore capace di sostenere la lung(hissim)a distanza e creare una calda ambience orchestrale, non priva di visionari spunti cinematici.
music won't save you 