equal_stones_hands_of_a_murdererEQUAL STONES – Hands Of A Murderer
(Hidden Vibes, 2015)*

Se un caos di distorsioni, samples e microsuoni aveva caratterizzato il precedente lavoro di Amandus Schaap sotto l’alias Equal Stones (“Transgression”, 2014), un approccio compositivo più meditato e una serie di importanti collaborazioni plasmano il quarto album dell’artista olandese “Hands Of A Murderer” in un senso di sperimentazione dronica decisamente più densa e organica.
Le prime tre delle cinque tracce che riempiono le due facce di un vinile 12” in edizione limitata sono infatti frutto dell’apertura del progetto Equal Stones al dialogo con altri artisti.

È sufficiente la title track d’apertura per segnare la sostanziale inversione di rotta di Schaap in favore di un’ambience cinematica che, pur non rinunciando a instillare sensazioni tenebrose, costruisce piuttosto cattedrali di suono attraverso rifrazioni chitarristiche elaborate insieme a Benoît Pioulard e di fatto affini alle nebbiose derive ambientali da quest’ultimo seguite nel recente “Sonnet”. Nella successiva “My Reflection Is Empty” il caos primigenio lascia il campo addirittura al romanticismo, veicolato da placide note pianistiche che nel corso dei dieci minuti del brano, realizzato con il connazionale Evert Kramer (metà del duo ambient Myosotis), prendono gradualmente il posto di loop sonnolenti, appena screziati da granulosi detriti sonori.

Uno schema analogo, tuttavia supportato da frequenze distorte che si innalzano e svaniscono come una lieve marea, ricorre in “A Toast To Eternal Failure”, che dal collaboratore di turno Oleksiy Sakevych (Endless Melancholy) trae prima le inquietudini di recente rifuse nel suo ultimo “Her Name In A Language Of Stars” e quindi le fragili armonie al pianoforte, protagoniste discrete di un finale frutto ormai depurato dalle precedenti correnti di elettricità statica.

Non dei soli contributi dei collaboratori di turno vive “Hands Of A Murderer”, anzi proprio i due brani finali, realizzati in solitaria da Schaap, ne chiariscono la compiuta transizione a stratificazioni chitarristiche al tempo stesso robuste e vaporose, che sublimano ronzanti archi di feedback nei bagliori di una solenne ambience orchestrale (“I Will Always Be There”) o nella densa ipnosi ai vapori di silicio della breve conclusione “A Gift To Tear Apart”. Proprio in questi brani Schaap suggella una transizione espressiva che discende da una consapevolezza tutta personale e lo colloca ormai con piena dignità accanto a scultori di una maestosa materia ambient-drone quali Lawrence English, Siavash Amini e Rafael Anton Irisarri; quest’ultimo, non a caso, si è occupato del mastering di “Hands Of A Murderer”, amplificandone se possibile la latente tensione emotiva, al tempo stesso concreta ed evanescente.

*disco della settimana dal 28 dicembre 2015 al 3 gennaio 2016

https://www.facebook.com/EqualStones/

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.