ELVY – Pour Esmé, Avec Amour Et Abjection
(Self Released, 2013)
Il belga Lionel Vanhaute prosegue anche nel 2013 il suo personale percorso di artista riservato e distante dalla ribalta, intrapreso ormai quasi dieci anni fa. Ecco dunque, a breve distanza dal delizioso “Misery Needs Company”, un altro lavoro firmato Elvy, distribuito in formato digitale a offerta libera tramite la sua pagina Bandcamp e ancora una volta creato secondo solitarie modalità casalinghe.
A differenza dei limpidi bozzetti acustici dell’album precedente, “Pour Esmé, Avec Amour Et Abjection” è totalmente incentrato sul pianoforte, elevato a protagonista dell’alternanza tra “song” e “instrumental”, identificati soltanto da un numero progressivo. Si direbbe che Vanhaute abbia voluto ridurre all’essenzialità anche il modo di presentare i suoi brani, ancora una volta semplici, concisi e, soprattutto, confezionati con un’immediatezza grondante sentimento.
L’artista belga traduce così la dedica letteraria del titolo (corrispondente alla traduzione francese di un racconto di Salinger) in pièce pianistiche che esprimono un raccoglimento intimo ma niente affatto angoscioso. I sei strumentali corrispondenti alle tracce pari offrono preziosi scorci emotivi, senza tuttavia concentrarsi su cadenze notturne e sospensioni temporali prolungate e anzi prediligendo partiture calde e romantiche; a queste, nelle tracce dispari, si sovrappone il cantato di Vanhaute, sempre delicato e soffuso, ma anche capace di punte di acuta intensità. Così, mentre “Song #1” e “Song #2” inclinano verso le intense confessioni pianistiche di Pickering Pick, la ricca fluidità melodica di “Song #4” e “Song #5” può far pensare alle armonizzazioni di un Grand Salvo o addirittura alle interpretazioni del Patrick Watson più essenziale.
In ogni caso, nella sua alternanza di canzoni e riflessivi passaggi strumentali, la mezz’ora abbondante di “Pour Esmé, Avec Amour Et Abjection” si atteggia quale nuovo e compiuto affresco della sensibilità di un artista che continua a diffondere liberamente la sua musica, generata da una solitudine riflessiva, che qui appare serena e ideale precondizione per una dedica sentita, espressione di sentimento autentico.
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