TINY LEAVES – A Good Land, An Excellent Land
(Futuresequence, 2013)
In “A Good Land, An Excellent Land”, Joel Nathaniel Pike corona con il primo lavoro sulla lunga distanza a nome Tiny Leaves il percorso dei tre Ep, nei quali aveva già messo in mostra un’articolata sensibilità di compositore ambientale.
La sua origine “rurale” e soprattutto l’interesse per la strumentazione acustica fa di Pike non un manipolatore elettronico come tanti altri, bensì un abile orchestratore di armonie di pianoforte, chitarra e archi. Tali elementi ricorrono, amplificati, negli otto brani dell’album, piccole sinfonie ispirate da moti del cuore, esperienze umane e spirituali tradotte da Pike in texture melodiche fragili e ariose al tempo stesso. Le forze emotive alla base di “A Good Land, An Excellent Land” si percepiscono subito, dopo l’avviluppante incipit “Beginning”, lungo i quasi otto minuti di “Speaking Of Things As Yet Unseen”, che si snodano lievi su note di pianoforte, quasi sovrapposte le une alle altre, in un senso di palpitante movimento.
Le componenti prettamente ambientali restano così quasi esclusivamente sullo sfondo, deputate al più a fungere da raccordi tra melodie pianistiche e dense folate di violoncello. È appunto un’ambience quasi esclusivamente acustica quella pennellata da Pike in schegge compositive che talora riecheggiano persino remote danze tradizionali (“Weight/Wait”, “Minuet”), declinate secondo una moderna sensibilità da scultore di suoni notturni, che si manifesta proprio nella sostanziale inversione di piani tra suoni reali, effetti e filtraggi: gli intrecci di piano e archi non rappresentano infatti meri “accidenti” di texture dominate da riverberi e frequenze generate da loop di chitarra, bensì sono questi ultimi a risultare accessori a melodie delle quali accentuano ampiezza e profondità.
Talora i brani appaiono addirittura frutto del dialogo tra gli elementi di un piccolo ensemble da camera, che innalza spogli inni traboccanti emozione a crepuscoli di intima serenità. Se già l’ultimo Ep “What We Dream Of…” aveva segnalato Pike quale credibile interprete del neoclassicismo ambientale, “A Good Land, An Excellent Land” lo eleva a originale artefice di una delle più valide produzioni stagionali nell’ambito.
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