FILMS – A Forbidden Garden
(Ricco, 2013)
Fascino romantico e inquietudini apocalittiche: non poteva che provenire dal Giappone una proposta in grado di coniugare i due corni di tale binomio, il cui alone sottilmente sinistro è inoltre incentivato dal mistero che circonda la misteriosa identità della cantante che incide sotto la denominazione Films. “A Forbidden Garden” è il suo secondo album (dopo “Messenger”, 2010), che vede l’estensione ampia e teatrale e le austere armonie pianistiche dell’artista nipponica nuovamente supportate da Yuki Murata e Takahiro Kido degli Anoice, nonché da un altro stimato sperimentatore neoclassico-elettronico quale Kashiwa Daisuke.
La vicinanza con gli Anoice è inevitabile, benché “A Forbidden Garden” resti comunque incentrato su canzoni brevi e sospese in un universo magico e sinistro, nel quale in luogo di liberatori crescendo post-rock i brani presentano deragliamenti sintetico-rumoristi. Sulle sognanti carezze melodiche talora profuse dalla misteriosa giapponese aleggia infatti un velo tenebroso, che nei passaggi più romantici può persino rimandare a band quali Dead Can Dance e This Mortal Coil, mentre in quelli più inquieti disegna immaginari sci-fi destrutturati da frequenze distorte.
Quando invece le disadorne pièce pianistiche permangono quale principale complemento della voce (“Bubbles”, “Once Upon A Time”) o sono contornate da archi e soffici impulsi elettronici (“Clone”, “Prayer”), l’ambizioso ensemble Films pennella visionari scorci di un universo allucinato ma dalla sostanza profondamente umana di dolcezze, paure, speranze. Una nuova via tutta giapponese al (post-)post-rock?