URBAN WILDLIFE – Urban Wildlife
(Self Released, 2013)
Non sono certo solo le due illustri partecipazioni ad altrettanti brani da parte di Jolie Holland e Ryan Stively (Port O’Brien) ad accreditare l’omonimo debutto di Urban Wildlife quale una delle più positive novità della stagione, al solito ricchissima, dell’indie-folk di Portland e dintorni. Il lavoro rivela innanzitutto le raffinate doti di Emily Logan, voce, chitarra e violino al centro di un progetto artistico tanto scarno e personale nei presupposti quanto capace di travalicare il malinconico solipsismo cantautorale, aprendo i propri timidi bozzetti in bianco e nero a una tavolozza di colori apportata da una vera e propria band.
Le sfumature dei nove brani racchiusi nell’efficace concisione del disco mantengono le delicate tinte pastello della scrittura della Logan, rivestendone la confidenzialità delle interpretazioni di cadenze ritmiche smorzate e di un elegante impianto da band chamber-folk. Chitarre, basso, archi e percussioni ammantano infatti le canzoni della Logan, valorizzandone la vocalità vellutata con calibrate soluzioni di arrangiamento.
A tratti è anzi la scarna formula chitarra e voce a imporre la magia di interpretazioni morbide, mai sopra le righe, eppure velate da una soffusa aura malinconia (“Divided”, “Take My Time”), mentre archi ora romantici (“Spin”), ora pizzicati in funzione ritmica (“Whiskers”) lasciano affiorare con naturalezza timbriche sinuose, capaci di rivestirsi persino di caldi accenti soul.
Mentre ne è già annunciato in preparazione il seguito, previsto per inizio 2014, l’esordio di Urban Wildlife merita di essere segnalato per la freschezza e la versatilità della Logan nel dispensare pennellate di lieve impressionismo che fa ripensare al prezioso debutto di Alondra Bentley per una certa affinità vocale e soprattutto per la spontaneità con la quale sa essere intensa e leggiadra, animata da spensieratezza bucolica e soffice malinconia. Un’artista dalle doti melodiche e di scrittura da scoprire in tutta la naturalezza del suo essere meravigliosamente priva di pretese.
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