ALESSIO BALLERINI – La radio a pedali
(Galaverna, 2013)
Una passeggiata in bicicletta per le vie del centro di Firenze, al suono in bassa fedeltà di radio a transistor che emettono le note di Beethoven e Liszt, interpretate da Daniel Barenboim e dall’Orchestra del Maggio Fiorentino, diretta da Zubin Mehta.
È questa la fotografia sonora scattata dell’inedita installazione in movimento scattata da Alessio Ballerini e racchiusa nelle sei istantanee di “La radio a pedali”. Il suo approccio concreto trova nell’occasione un duplice coronamento, da un lato attraverso la sublimazione dell’estemporaneità di un universo di detriti sonori gravitante intorno alla performance, dall’altro attraverso un successivo lavoro di filtraggio e aggiunta di saturi tasselli processati, rispondenti a una più canonica logica descrittivo-ambientale e individuabili nelle tre tracce di numero pari.
La matrice auditiva della declinazione “ambientale” di Ballerini permane tuttavia principalmente quella della presa diretta di una materia sonora viva e cangiante proprio in ragione del suo carattere di accidentalità. Così, mentre la forza di trazione umana alimenta il percorso ciclistico trasfigurandolo in field recording “grammofonato” della post-moderna sinfonia itinerante, è proprio il discorso introduttivo dell’operazione da parte dello stesso Zubin Mehta – riportato integralmente nella lunga traccia d’apertura – a richiamare alla riflessione sul ruolo della tecnologia applicato alla musica e legato allo sviluppo artistico e sociale. Un ulteriore spunto “concreto” di una rappresentazione in movimento, catturata da Ballerini e resa in tutta la sua dimensione di plastico divenire.
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