GEM CLUB – In Roses
(Hardly Art, 2014)
La vocazione cameristica del pianista e songwriter del Massachusets Christopher Barnes era percepibile già nello splendido esordio del suo progetto Gem Club (“Breakers“, 2011). A rade cadenze pianistiche e al suo falsetto agrodolce, nel seguito “In Roses” Barnes aggiunge profondità orchestrale e suggestioni cinematiche altamente emozionali.
L’evoluzione si percepisce fin dalla copertina: non più diafane trasparenze, ma colori pastello che marcano i contorni di vecchi oggetti quotidiani. È la stessa semplicità dell’understatement di Barnes, timido ma deciso artefice di melodie in punta di dita, capace di creare intense ballate su morbide sospensioni, talora più brevi ma in prevalenza dilatate, tra le note del suo pianoforte.
“In Roses” vede Barnes aprirsi al contributo della Magik*Magik Orchestra (collettivo già all’opera tra gli altri con Josh Vanderslice e Death Cab For Cutie) per delineare un immaginario di austero romanticismo, che avviluppa i passaggi strumentali, suggellando i brani con code e intermezzi palpitanti.
Mentre occasionali slanci ritmici (“Braid”, “Soft Season”) e gli accenni d’organo e synth della conclusiva “Polly” completano la tavolozza di Barnes, sono ancora gli archi a sublimarne le potenzialità evocative di stampo quasi “ambientale”, culminanti nei riflessi aurorali dello struggente strumentale “QY2”, degni dei più toccanti paesaggi sonori di Sigur Rós ed Eluvium.
Un raro gioiello di classe e sentimento.
(pubblicato su Rockerilla n. 401, gennaio 2014)