ross_baker_two_suns_were_visible_in_the_skyROSS BAKER – Two Suns Were Visible In The Sky
(Flaming Pines, 2014)

Un titolo visionario che pare riecheggiare i mondi surreali di Haruki Murakami è il biglietto da visita del nuovo lavoro di Ross Baker, compositore inglese attivo da oltre un decennio con progetti eterogenei contrassegnati da diversi alias, che solo in occasione di “Photographic Reflection” (2012) ha cominciato a realizzare musica a proprio nome.

Non meno alieno si rivela l’universo sonoro racchiuso nel suo terzo album “Two Suns Were Visible In The Sky”, ispirato alla desolazione di ampi spazi abbandonati e tuttavia ancora pullulanti di segnali di vita naturale e dello stesso costante processo di ricombinazione degli elementi atmosferici. Questa appare la traccia sulla quale Baker elabora ricche texture di toni chitarristici riverberati, base nostalgica di innesti di field recordings, stille acustiche e sature increspature droniche.

È un soundscaping estremamente variegato quello che risulta dall’intersezione di tessere elettro-acustiche da parte di Baker, capace di spaziare dai languidi echi di “International Debris” e “Some Early Hours” alle tremule screziature droniche della lunga “Croxton Kerrial“ e di “Mippy Face”. Il cuore (e la sintesi) della ricerca ambientale di Baker si rivela comunque laddove il compositore inglese sublima la sua ambience malinconica in accenni melodici apportati da fragili note acustiche, ovvero frutto di modulazioni e dolci loop avvolgenti. In pièce quali “Matterpilar” e “Farewell, Swifts” Baker dimostra così la sensibilità di un approccio cinematico e sufficientemente personale a una calda elettro-acustica ambientale.

http://internationaldebris.tumblr.com/

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