BENJAMIN FINGER – Mood Chaser
(Digitalis, 2014)
Approdano alla Digitalis Industries del visionario Brad Rose gli altrettanto immaginifici paesaggi sonori creati dalla mente di Benjamin Finger, al suo secondo lavoro annuale dopo il recente “The Bet”. A parziale conferma del contenuto tenebroso e straniante dell’opera precedente, gli scarsi quaranta minuti pubblicati su cassetta e in digitale di “Mood Chaser” si fondano su allucinazioni sintetiche variamente dipanate in un’ambience spettrale solcata da pulsazioni liquide.
Benché nel corso delle otto tracce non manchino residue testimonianze della vocazione orchestrale di Finger (le maestose modulazioni di “Nicotin Weather”), la parte di gran lunga prevalente di “Mood Chaser” è occupata da una serie di frammenti decostruiti e da increspature di rumore saturo, che tra irregolarità analogiche e segmentazioni post-industriali ne riportano le potenziali derive cosmiche a una dimensione claustrofobica sotterranea.
Lo sfaccettato puzzle che ne risulta conduce il poliedrico artista norvegese sempre più distante dal minimalismo neoclassico dell’ottimo “Listen To My Nerves Hum” (2013), spingendolo verso orbite ellittiche ai confini di un universo misterioso, popolato da spettri inafferrabili come i mille impulsi generati dalle macchine utilizzate per descriverli.