KATE CARR – Fabulations
(Soft Recordings, 2014)
Quando non cura la sua piccola etichetta Flaming Pines, Kate Carr è un’anima in movimento, che viaggia per il mondo, appuntando sul suo registratore immagini sonore e sensazioni come sulle pagine di un diario. Nel 2014, l’artista australiana ha attraversato per un lungo periodo in Europa, concentrandosi in particolare nell’area mediterranea, in luogo delle lande nordiche effigiate in “Songs From A Cold Place” (2013). Scozia, Irlanda, ma soprattutto Barcellona, la zona costiera meridionale della Francia e la Sicilia: sono questi i luoghi nei quali la Carr ha catturato gli appunti sonori da lei già resi disponibili per l’ascolto nel corso dell’anno tramite il suo account Soundcloud e ora raccolti in una pubblicazione ufficiale a tiratura limitata da parte dell’etichetta francese Soft Recordings, una delle più interessanti tra le nuove realtà dedicate alle sperimentazioni elettro-acustiche e ambientali.
“Fabulations” si presenta dunque come una vera e propria colonna sonora, un documento di viaggio redatto non attraverso il filtro dell’artista ma narrato, letteralmente, dagli stessi luoghi attraverso risonanze naturali e suoni accidentali, soltanto giustapposti e plasmati come materia viva da parte dell’artista australiana. In tale lavoro di manipolazione e assemblaggio di field recordings con esili texture sintetiche e frequenze modulate si coglie il tratto dell’artista, che modellando i suoni reali trasmette il ventaglio di emozioni a sua volta raccolte nel corso del suo viaggio. Nel fare ciò, il tocco della Carr è sempre lieve, tanto da manifestarsi in un naturalismo sonoro che lambisce più spesso il silenzio che non la densità di saturazioni pur affioranti.
C’è rispetto della storia dei luoghi e dell’umanità colta al volo nelle dieci pagine di un diario che dura oltre un’ora, frutto non di una mera rappresentazione positivista ma di un acuto processo di interiorizzazione dei paesaggi sonori vissuti dall’artista, che siano quelli di un museo, di mezzo di trasporto, di un luogo carico di memorie secolari o immerso nel nulla degli spazi naturali appena fuori da una città.