MS. JOHN SODA – Loom
(Morr Music, 2015)*
Ritrovare il nome Ms. John Soda su un disco riporta allo straordinario fervore indie-tronico tedesco d’inizio secolo. I tempi sono mutati, le tessere sonore continuamente ricombinate, eppure di tanto in tanto i protagonisti di quella stagione tornano a rispolverare alchimie mai dimenticate.
Allora ecco Micha Acher e Stefanie Böhm togliere il progetto Ms. John Soda dalla naftalina dov’era riposto dopo “Notes And The Like” (2006) e plasmare un’equilibrata combinazione di impulsi analogici e stille elettroniche, che sostengono le delicate interpretazioni della Böhm.
Se proprio si vogliono ricercare affinità e divergenze rispetto al tempo che fu, i dieci brani di “Loom” appaiono una traduzione più ragionata dell’impeto giovanile di tre lustri orsono, benché non manchino anche adesso episodi dall’incedere scorrevole e deciso (“Hero Whales” e in particolare “Sirens”, che rimanda ai “cugini” Lali Puna) né segmentazioni ritmiche dal passo svelto (“Millions”, “Oh Seven”).
Tuttavia, il “qui ed ora” di Ms. John Soda è sostanzialmente altro e non ha nemmeno ragione di essere rapportato a quanto prodotto in tempi e contesti di fatto molto diversi, essendo il distillato delle molteplici ricerche condotte da Acher al di fuori della “casa-madre” dei Notwist (13 & God, Tied & Tickled Trio, Alien Ensemble e altro ancora) e della matura consapevolezza nelle interpretazioni della Böhm, eleganti e dolcemente ipnotiche.
Lo si percepisce dalla suadente malinconia che viaggia sulle avvolgenti persistenze delle tastiere dell’iniziale “In My Arms”, dalla consistenza liquida delle trame armoniche di “The Light” e “Sodawaltz”, che offrono il lato lunare dello sgargiante pop interstellare di “Sirens”. In entrambi i casi, l’essenza di “Loom” risulta trasognata più che vivace, retro-futurista più che post-moderna, riassumendo con consumata classe l’odierno significato del (dream-)pop indie-tronico.
*disco della settimana dal 5 all’11 ottobre 2015