danny_clay_stillsDANNY CLAY – Stills
(IIKKI, 2016)

Per quanto possa suonare strano che, proprio in un momento in cui il contenuto musicale di una produzione è sempre più svincolato dai suoi aspetti fisici, una quota sempre meno trascurabile del residuo mercato del disco-oggetto sia occupata da proposte invece incentrata proprio sulla cura della parte visuale e materiale della proposta artistica. Non stupisce affatto che ciò avvenga soprattutto in quei campi che pongono al centro dell’espressione musicale contenuti concettuali e suggestioni visive, come quello della sperimentazione neoclassico-ambientale.

Non stupisce dunque nemmeno trovarsi di fronte a una nuova iniziativa editoriale, parallela a quella dell’etichetta francese Eilean, incentrata su un rapporto simbiotico (e pienamente paritetico) tra l’immaterialità della musica e la tangibilità di un oggetto. Entrambi gli aspetti della prima uscita di questa nuova serie di edizioni in vinile, denominata IIKKI, sono infatti stati sviluppati in parallelo, come risultato di uno scambio tra il musicista californiano Danny Clay e l’artista visuale belga Katrien De Blauwer.

L’orchestra ambientale senza elementi del primo si fonde dunque con la rappresentazione mediata della seconda, che si definisce “fotografa senza camera” in quanto costruisce le proprie opere assemblando immagini altri: il punto d’incontro non poteva che essere una raccolta di istantanee che, per la parte sonora, vedono Clay compilare una sorta di diario, articolato in dodici pagine corrispondenti ad altrettanti estemporanei momenti creativi, ciascuno dei quali contrassegnato semplicemente da una data.

La staticità delle immagini, solo apparente nella rilettura operatane dalla De Blauwer, trova così perfetto corrispettivo nel lavoro sulla persistenza sonora di Clay, che spazia da granulose saturazioni a spettrali pièce per pianoforte e archi, tutte comunque sospese in un pulviscolo atmosferico in trasformazione graduale. Il contenuto dei brani risulta così estremamente mutevole e denso di suggestioni narrativo-descrittive, elevando la ricerca ambientale di Clay a un superiore grado di consapevolezza armonica rispetto alle sue opere precedenti. Merito senz’altro anche di un’associazione alle immagini non più soltanto astratta e concettuale, ma parte integrante di un intrigante progetto artistico coordinato tra linguaggi mai così complementari.

http://www.dclaymusic.com/
http://www.katriendeblauwer.com/

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