RICHARD MOULT – Chamber Music
(Fort Evil Fruit, 2016)
La misteriosa riscoperta di suoni e tradizioni rurali per Richard Moult è sempre andata di pari passo con l’accesso a una dimensione compositiva capace di imprimere a una strumentazione sostanzialmente classica strutture e dinamiche affini al campo della sperimentazione contemporanea.
Non stupisce, dunque, ritrovare il prolifico artista inglese alle prese, in maniera esplicita, con la musica da camera: pubblicato su una cassetta a tiratura limitata, “Chamber Music” raccoglie sette pièce orchestrate da Moult insieme a una sezione di fiati e a un terzetto d’archi, originate appunto da un approccio di ricerca sonora che alla strumentazione classica e allo stesso pianoforte di Moult associa tastiere, chitarra e percussioni. Articolata in due sinfonie in miniatura di tre movimenti ciascuna e in un’ardita rilettura in chiave neoclassica del tema di un brano di Baby Dee.
La prima parte della cassetta, “Widgael Concerto”, è anche quella più fluida e ariosa, muovendo da una compunta melodia pianistica che dialoga con gli archi o vi si alterna, lasciando spazio ad austere suggestioni notturne amplificate da ombrosi strati di tastiere e chitarre.Sembrerebbe quasi un percorso di avvicinamento alla seconda parte, “Hroan Of The Ceri Forest”, le cui atmosfere sono invece più cupe e caliginose, pur presentando sviluppo ed elementi costitutivi affini, che riportano Moult sul terreno di una ricerca sonora arcana, spesso quasi silenti, legata a luoghi e storie popolate di spettri non solo scolpite nella memoria ma ancor più vivificate dalle sue riletture cameristiche in bilico tra antico e moderno.