BILL SEAMAN – Erasures And Displacements
(Eilean, 2017)
Non conosce sosta il lungo viaggio di Bill Seaman in non-luoghi popolati da pura essenza sonora: due anni dopo “f (noir)”, il musicista inglese torna a compilare un nuovo ponderoso catalogo di emissioni elettro-acustiche, sotto forma degli oltre ottanta minuti che riempiono il doppio “Erasures And Displacements”.
Come lo stesso titolo dell’opera suggerisce, si tratta della risultante di un lavoro per sottrazione e modifica di frammenti di un materiale originario emessi da una catatonica orchestra composta da pianoforte, archi, fiati, chitarre, synth ed effetti digitali. La componente di strumentazione astratta, nella quale Seaman è nuovamente supportato da Craig Tattersal (The Boats, The Humble Bee), alimenta la sensazione di indefinitezza delle puntiformi trame armoniche appena suggerite da note quasi sempre oblique, colte nelle loro naturali risonanze e ulteriormente amplificate dal loro lento stillare, che permette di coglierne al tempo stesso l’essenza sorprendentemente durevole e la consistenza granulosa delle sospensioni che ne riempiono gli interstizi.
La sensazione di immediatezza analogica che ne risulta rimanda dunque a un’incessante intersezione di piani sonori, accomunate dai contorni indefiniti di timbriche che riportano la “hauntologia” a pratica creativa attuale, conseguendo attraverso materiale creato al presente la delineazione di un altrove percettivo spazio-temporale.