BILL SEAMAN – The Epiphanies
(Fluid Audio, 2017)
Il polveroso minimalismo di Bill Seaman si espande senza smentirsi nelle quattordici articolate tracce di “The Epiphanies”. Si tratta appunto di una sequenza di manifestazioni, tra loro intrinsecamente coerenti, della tendenza del musicista inglese di instaurare una sorta di dialogo con una varietà di strumenti e di sfumature stilistiche, mantenendo al tempo stesso inalterata la propria capacità di soffonderne i caratteri, approssimandoli a un grado zero espressivo.
Nel corso dei quasi settanta minuti del lavoro, le sue narcolettiche note pianistiche e le ovattate risonanze prodotte da suoni concreti e modulazioni realizzate con l’archetto sono interpolate di volta in volta da un’immaginaria orchestra composta da esili linee di synth oltre che da fiati e archi.
Non solo neoclassicismo e ambience al rallentatore connotano dunque “The Epiphanies”, che anzi spazia tra suggestioni jazzy e seppiate istantanee di un tempo perennemente sospeso, che rappresenta ancora una volta la dimensione espressiva di Bill Seaman, inscritta in un alone di sfocata malinconia cinematica.