IAN HAWGOOD – 光
(Eilean, 2018)
La decennale esperienza di vita in Giappone, da poco conclusa, informa ancora in maniera significativa le opere di Ian Hawgood, che dopo una lunga serie di collaborazioni (ultime quelle di inizio anno con Danny Norbury e con Giulio Aldinucci), torna a un organico lavoro solista, identificandolo semplicemente con l’ideogramma “光”, il cui significato attiene ai concetti di luce o fulgore.
Come già in “Love Retained”, al centro delle nove brevi tracce che formano il lavoro si trovano le note del pianoforte, con le loro risonanze in un ambiente granuloso e decompresso, nel quale si muovono come particelle aeree, fino a diluirsi in placide frequenze ambientali. Ancora una volta, l’artista inglese agisce per sottrazione del già minimale impianto strumentale impiegato, cogliendo ogni minima vibrazione atmosferica prodotta da note cadenze e da esili filigrane sonore.
Appunto come raggi di luce, impalpabili e sospesi, i brani di “光” rischiarano un’ambience raccolta e profondamente meditativa, donandovi placidi contenuti emotivi che dei riferimenti nipponici riecheggiano la grazia e l’equilibrio di arti – come quella di Hawgood – sintonizzate alla perfezione tra natura ed emozioni umane. In meno di mezz’ora, il lavoro descrive così un itinerario d’ascolto e al tempo stesso interiore, in grado di illuminare ogni solitudine, con leggerezza empatica e rilucente bellezza.