ASHLAR – Distant Scenes
(Whitelabrecs, 2018)
Torna a manifestarsi dopo quattro anni di assenza il progetto condiviso da Wil Bolton e Phil Edwards, le cui due precedenti uscite, “St. James’ Gardens” (2014) e “Saturday Drones” (2012), si atteggiavano a ostentata estemporanea di ispirazione e realizzazione. Una dinamica creativa parzialmente diversa è invece alla base di “Distant Scenes”, avvenuta per la prima volta a distanza, dopo il trasferimento di Bolton da Liverpool a Londra, ma proprio per questo strutturata in maniera più organica e studiata.
Quella distanza, richiamata anche nel titolo dell’album, costituisce dunque elemento decisivo delle nove tracce che formano il lavoro, dalle quali non a caso promanano sensazioni spiccatamente nostalgiche, veicolate dalle note pianistiche di Bolton e dalle vibrazioni di corde acustiche di Edwards. Entrambi tali elementi sono lentamente stillati dagli strumenti dei due artisti, nonché variamente processati in modo da amplificarne le calde risonanze, interpolate dagli abituali field recordings, nell’occasione raccolti in maniera separata in varie parti del mondo.
Più che la rappresentazione sonora di tempi e luoghi individuati, come nei due lavori precedenti, “Distant Scenes” offre infatti quella di sentimenti universali, che si alimentano della lontananza fisica per trasformarsi nel tepore sommesso delle persistenze armoniche di un’ambience elettro-acustica placidamente palpitante.
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