RETINA.IT – Descending Into Crevasse
(Glacial Movements, 2012)
Si potrebbe pensare che la primavera non sia il periodo più adatto dell’anno nel quale far uscire dischi improntati alla “contemplazione sonora” dei ghiacci perenni. Eppure, da qualche tempo a questa parte, la Glacial Movements, curata con passione da Alessandro Tedeschi, sta cercando di sviluppare l’impianto concettuale delle sue produzioni, senza tuttavia con ciò sconfessare i propri tratti caratterizzanti.
Non è infatti la prima volta che, ascoltando una nuova uscita dell’etichetta romana capiti di pensare di essere in presenza del disco “meno ghiacciato” del suo prezioso catalogo (basti pensare al maestoso “The Art Of Dying Alone” di Bvdub). Eppure, la “discesa nel crepaccio” del duo campano Retina.it, formato da Lino Monaco e Nicola Buono, si discosta almeno in parte non tanto dall’immaginario di riferimento quanto piuttosto dal monodimensionale isolazionismo ambientale a base di drone.
Se infatti la parte iniziale dell’album è lasciata a spesse modulazioni di note processate, al di sotto della coltre gelata cominciano ben presto a intravedersi residui organici (“Freezing The Fourth String”), mentre folate di rumore avanzano sinistre lungo gli oltre dodici minuti di “Attrazione Magnetica”. Le atmosfere si fanno claustrofobiche sulle ali di synth analogici scarnificati e nell’abituale quasi totale assenza di elementi ritmici; unica parziale eccezione sono i poco più di cinque minuti di “-32°F Porcelain, Metal & Ice”, che riassume in forma sintetica i sussulti provocati dalla congiunzione tra ghiaccio e fuoco, tra fragilità e resistenza, sottesa a “Descending Into Crevasse”.
La conclusione del lavoro, con il pezzo che vi dà il titolo, non assume i tratti di una liberazione, quanto piuttosto quelli della chiusura di un viaggio senza meta apparente in anfratti spazio-temporali gelidi e angusti, metafora evidente di un percorso al tempo stesso di ricerca sonora e di umana ascesi.
La primavera è lassù in superficie, e anche se nelle profondità dei crepacci non potrà mai penetrare, la sua esistenza è tuttavia percepibile.
(pubblicato su ondarock.it)