PIANO MAGIC – Life Has Not Finished With Me Yet
(Second Language, 2012)
Nonostante i quindici anni di attività e i dieci album alle spalle, per Glen Johnson è sempre tempo di nuove sfide e di trasformazioni sonore, pur nel solco di una sensibilità e di un’impronta sempre riconoscibile.
Deposte le roboanti chitarre degli ultimi “Part-Monster” e “Ovations“, i suoi Piano Magic tornano a cimentarsi con una forma sonora più scarna, prossima a quella analogica delle origini ma anche protesa alla dimensione acustica.
Più positivo nel suo titolo autoironico e nella conclusione (“Do not suppose there is no hope/ Do not forget you’re not alone”), il disco costituisce il frutto di queste recenti inclinazioni, alla luce delle quali Johnson ripropone le sue acute riflessioni su abbandoni, fantasmi e debolezze umane, riabbracciando gli aspetti più torbidi e spettrali della sua musica.
Oblique linee di synth analogici, tenebrose sospensioni percussive e tiepide melodie acustiche sono supportate da una sezione d’archi e fiati, che, tanto nelle ballate più fluide quanto nei marziali passaggi elettronici, accentua l’ampiezza delle cattedrali sonore nelle quali sembrano risuonare brani che puntano più sull’atmosfera che non sull’immediatezza d’impatto.
Scelta coraggiosa ma di estrema coerenza artistica; come quella di pubblicare il disco su Second Language, etichetta presso la quale soltanto lo si potrà acquistare corredato da un bonus-cd di quattro tracce.
(pubblicato su Rockerilla n. 381, maggio 2012)
http://www.secondlanguagemusic.com
http://www.piano-magic.co.uk
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