il_tempo_gigante_watch_it_watchIL TEMPO GIGANTE – Watch It Watch
(Self Released, 2014)*

Non può passare inosservato, almeno per un italiano, l’alias Il Tempo Gigante prescelto per la identificare la propria musica dal giovane danese Rolf Hansen. Oltre alla curiosità onomastica, c’è tuttavia molta sostanza nella proposta artistica di Hansen, al secondo album dopo il debutto distribuito attraverso i soli canali digitali “Lost Something Good” (2010).

Nelle otto corpose tracce di “Watch It Watch” c’è tutta l’arte di Hansen, semplice ma eseguita in maniera articolata e sufficientemente distintiva rispetto al formato cantautorale più classico. C’è il calore serafico della sua voce e il tono soffuso delle atmosfere nelle sue canzoni, ma anche e soprattutto a plasmarne l’originale fisionomia provvede l’impiego di loop acustici e soluzioni compositive e di registrazione atte ad amplificare l’ambiente sonoro nel quale risuonano.

Ad accogliere nella penombra creativa di Hansen è l’emblematica title track che apre il lavoro con una serie di filigrane di corde acustiche pizzicate, avvolte da soffici abbracci d’archi e percorse dalla placida narrazione di Hansen, accanto alla quale si affacciano a sorpresa timidi elementi corali. La considerevole durata dei brani (superiore, nella media, ai sei minuti) consente al songwriter danese di rivestire le proprie creazioni di soluzioni sonore mutevoli e cangianti, spesso anche all’interno dello stesso brano. Accade così che riverberi, cadenze scandite e iterate note pianistiche aleggino sospese lungo il corso di “The Day”, che il tenebroso romanticismo elettrico di “Wasp Nest” faccia riecheggiare il crooning di Bill Callahan e “Really Thought It Was The End” si svolga per quasi nove minuti partendo da espanse rarefazioni ambientali e trovando esito in una palpitante danza folk innervata da sfumature quasi latine.

Al centro dell’espressione artistica di Hansen permane tuttavia il raffinato gioco di chiaroscuri risultante dall’interazione tra il suo timbro vellutato e ambientazioni permeate da avvolgente intimismo, eppure tutt’altro che ripiegate su un solipsismo comunicativo. Oltre alla title track, ne sono prova ballate sommesse quali “The Need To Be Needed” e “The Solution”, istantanee piccole e prolungate da una dimensione raccolta, nella quale l’artista danese dal curioso alias confessa le proprie storie personali con cruda immediatezza, coniugando narrazione e contesto come solo songwriter quali artisti come Rob St. John, Puzzle Muteson e pochi altri sono in grado di fare. Rolf Hansen vi è riuscito attraverso una scarna ma accurata autoproduzione, frutto di lunga gestazione ma confezionata in un breve periodo di tempo e destinata ad accompagnare con il suo calore discreto i primi accoglienti rifugi dalle pungenti ombre autunnali.

*disco della settimana dal 13 al 19 ottobre 2014

http://iltempogigante.com/

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