THE SLY AND UNSEEN – All Similarities And Technical Difficulties End Here
(Hibernate, 2015)
È ormai una collaborazione stabile, tra le tante che vedono impegnata Katie English (Isnaj Dui) accanto a Jonathan Lees, quella contrassegnata dalla denominazione The Sly And Unseen. Facendo seguito ai due Ep pubblicati lo scorso anno, il duo espande per la prima volta a un album organico le sue esplorazioni di una dimensione acustica, attraverso associazioni a volte davvero particolari tra una lunga serie di strumenti.
Non può che suonare ironico, dunque, il titolo “All Similarities And Technical Difficulties End Here”, al pari della stessa copertina che lo identifica, visto che le dieci miniature che compongono il puzzle sonoro dell’album sono frutto di un impiego estremamente limitato dell’elettronica. I due artisti inglesi hanno infatti inteso ricercare l’essenza più pura di ritmiche acustiche, fiati, chitarra e organetti giocattolo, lasciandone gli impulsi pressoché disadorni e combinandoli senza soluzione di continuità con un microcosmo di fremiti e detriti sonori che contribuiscono in maniera decisiva alla sensazione rurale, “anticata” dei bozzetti strumentali dell’album.
Una coesa unità espressiva, pur nella pluralità degli elementi costitutivi, contraddistingue l’itinerario di poco più di quaranta minuti lungo il quale il duo guida letteralmente l’ascoltatore alla scoperta di una dimensione incantata, sospesa, eppure estremamente delicata. Nella galleria di “All Similarities And Technical Difficulties End Here” si ritrovano schegge di un folk arcano e stranianti iterazioni analogiche, ma anche e soprattutto numerose filigrane melodiche intessute con cura, a creare intersezioni sempre nuove, che si costruiscono gradualmente nel corso dello svolgimento stesso dei brani.
Vi è spesso qualcosa di vagamente esotico, in particolare nelle ritmiche, nei bozzetti di The Sly And Unseen, i cui loop ed iterazioni ipnotiche fanno spesso da fondale sul quale si dipana un universo sonoro di fremiti e armonie in lenta ma progressiva rotazione. Prova evidente ne sono brani al tempo stesso articolati ed essenziali, composti a partire da pochi elementi (in prevalenza organi e ritmi) ma aperti a un ampio catalogo di inserti strumentali e field recordings.
Potrebbe essere una sorta di libreria sonora quella contenuta in “All Similarities And Technical Difficulties End Here”, se non fosse per i fragili tratti armonici di quasi tutti i brani e per la loro potenzialità di creare uno spazio d’ascolto non meramente compilativo, bensì assistito nell’associazione di suoni e strumenti che suscita delicatezza, destando empatia.
La straordinaria versatilità delle miniature plasmate dal duo è del resto ulteriormente attestata dal secondo cd accluso all’opera, contenente un rimaneggiamento integrale a cura di Isan, Memory Drawings, Wil Bolton, BLK w/Bear, Leigh Toro, The Laborer, Danny Clay, Spheruleus, oltre che della stessa Isnaj Dui.