TOBIAS HELLKVIST – Kaskelot + remixes
(1631 Recordings, 2016)
L’arte ambientale di Tobias Hellkvist richiede tempi lunghi, anche quando la scintilla dalla quale scaturisce è invece del tutto estemporanea. Mentre il recente “Vesterhavet” era appunto frutto di un progressivo lavoro di stratificazione di elementi, metodicamente compiuto nel corso di quattro lunghi anni, “Kaskelot” nasce come una divagazione del tutto istintiva, originata da alcune esecuzioni istintive realizzate anni addietro nello studio di registrazione dei Sigur Rós.
Già pubblicato nel 2011 in una limitata edizione cd-r, il lavoro rivede oggi la luce unitamente a una serie di rimaneggiamenti dei quattro brevi brani che lo costituivano; tale operazione non è tuttavia appannaggio esclusivo di altri artisti – tra i quali Pausal, Porya Hatami e Chihei Hatakeyama – ma vede come protagonista lo stesso Hellkvist, che ha in parte riconsiderato le partiture di pianoforte, organo e vibrafono e i loop chitarristici che costituivano le tracce originali.
Le ovattate atmosfere notturne nelle quali risuonano le fragili armonie dei brani di Hellkvist sono dunque ulteriormente amplificate dal nuovo mastering, virato in maniera più decisa sui loro aspetti acustici, mentre le rielaborazioni ne rideclinano le potenzialità ambientali, ricamate dalle pulsazioni di Segue, espanse nei morbidi strati di drone di Chihei Hakateyama e infine innalzate nelle coltri moderatamente distorte di Chris Herbert. Un interessante spaccato di una ricerca sperimentale che coniuga ragione e istinto.