VV.AA. – Whitelabsounds
(Whitelabrecs, 2017)
In appena meno di un biennio, costellato da una ventina di uscire, la Whitelabrecs di Harry Towell (Spheruleus) si è affermata quale una tra le etichette più attive e caratterizzate nello sconfinato orizzonte della ricerca elettro-acustica che accomuna artisti dalle provenienze più varie. Merito senz’altro delle sue edizioni limitate in cd-r dall’estetica da vinile, ma anche e soprattutto di un catalogo estremamente vario, che spazia dalla sperimentazione dronica a incantati paesaggi ambient-folk, fino a sfumature jazzate e post-rock.
Tutto ciò è riassunto in ben venti tracce di “Whitelabsounds”, raccolta che propone pezzi inediti di artisti che già hanno pubblicato per l’etichetta inglese, insieme ad altri che ne condividono la filosofia produttiva e la ricerca sonora. Accanto a nomi consolidati dell’elettro-acustica ambientale (The Green Kingdom, Wil Bolton, Offthesky, lo stesso Towell), nella compilation ne compaiono altri di sicuro interesse (Ondrej Zajac, Floor Overhead), accomunati, al pari degli altri artisti che vi contribuiscono, da un approccio istintivo e minimale alla creazione di più o meno brevi istantanee dagli spiccati tratti cinematici.
Tra immersioni in dense profondità ambientali e frammenti raccolti “sul campo”, non mancano passaggi di spettrale grazia elettro-acustica (Ben McElroy, The Restless Fields), che rendono emblematica la ricchezza di una raccolta che rappresenta altresì la testimonianza di una comune sensibilità di approccio a una ricerca sonora condivisa.